Osterfestspiele Baden-Baden 2024 – Wagner Gala

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Foto ©Monika Rittershaus

Dopo il trionfo dell’ Elektra inaugurale Kirill Petrenko, per il suo primo concerto sinfonico agli Osterfestspiele, ha scelto di riproporre il programma wagneriano eseguito durante l’ ultimo Silvesterkonzert dei Berliner Philharmoniker. La serata berlinese riscosse il plauso unanime di tutta la critica e un notevole indice di ascolto per la trasmissione televisiva. Io avevo seguito la diretta del 31 dicembre e ne ero rimasto entusiasmato, ma chiaramente l’ ascolto dal vivo consentiva di apprezzare al meglio gli splendidi particolari dell’ esecuzione. Addestrati alla musica di Wagner sotto la guida di giganti del podio come Wilhelm Furtwängler ed Herbert von Karajan, i Berliner Philharmoniker quando eseguono i lavori del compositore lipsiense mettono in mostra tutta la loro fantastica bravura tecnica. Il suono pieno, avvolgente, morbidissimo e dai riflessi dorati esibito dal complesso berlinese metteva in rilievo con splendida evidenza tutti i preziosi particolari della scrittura orchestrale wagneriana.

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Foto ©Monika Rittershaus

Kirill Petrenko tornava a questa musica dopo il sensazionale Tristan und Isolde con cui aveva concluso la sua carriera di Generalmusikdirektor alla Bayerische Staatsoper e anche questa volta è apparso in grande spolvero. L’ esecuzione dell’ Ouverture e del Baccanale dal Tannhäuser era già eccellente, con una definizione millimetrica di tutte le sfumature dinamiche ecoloristiche e tempi di grande flessibilità, ma poi la serata ha avuto il suo culmine in un fulminante primo atto di Die Walküre, caricato da Petrenko di una tensione sempre crescente che che culminava nella rovente passionalità del duetto Siegmund-Sieglinde, la cui conclusione letteralmente esplosiva ha scatenato l’ entusiasmo del pubblico del Festspielhaus. A questa magia sonora lo Chefdirigent dei Berliner aggiungeva una cura estrema nel calibrare il suono orchestrale senza mai sovrastare le voci, in modo che si potessero percepire chiaramente tutti i particolari del testo, grazie anche a una grande flessibilità nella gestione dei tempi. Di buon livello era anche la prova dei tre cantanti, con gli interpreti dei ruoli maschili cambiati rispetto alla serata berlinese del 31 dicembre. Il quarantacinquenne soprano lituano Vida Miknevičiūtė, unica rimasta della Besetzung originale, era una Sieglinde coraggiosa e volitiva, con un fraseggio assai efficace nel rendere il progressivo accendersi della passione in Die Männer Sippe e il calore appassionato degli slanci d’ amore in Du bist der Lenz. Di ottima qualità era anche l’ interpretazione del cinquantanovenne basso coreano Kwangchul Youn, una delle più illustri voci wagneriane di oggi, che al posto del solito orco tuonante ha realizzato un Hunding carico di gelida protervia e a tratti beffardo grazie al suo splendido timbro, pastoso e ricco di sfumature, e ad un’ emissione perfettamente in regola dal lato tecnico. In aggiunta una pronuncia tedesca impeccabile, addirittura superiore a quella dei cantanti di madrelingua. Non molto attraente invece mi è parso il Siegmund di Klaus Florian Vogt, tenore amatissimo dai wagneriani tedeschi, che in questa occasione ha sostituito all’ ultimo momento un collega ammalatosi, ma che io non sono mai riuscito a farmi piacere per la sua voce artificialmente sbiancata, falsettante nei piani oltre che per un fraseggio sempre scolastico, melenso e floscio nella scansione. Sarà forse un limite mio, ma io non riesco assolutamente ad apprezzare una vocalità così manipolata e priva del minimo senso di spontaneità. Ad ogni modo, questo non sminuiva assolutamente il livello di un concerto splendido, giustamente applaudito in maniera entusiastica dal pubblico del Festspielhaus. Un Wagner come quello di Kirill Petrenko non si ascolta tutti i giorni.

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