Galakonzert 75 Jahre BRSO – Simon Rattle “Gurre-Lieder”

BRSO Rattle GURRE GalaK Schlussapplaus1 20240419 (c)BR-Astrid Ackermann

Foto ©BR/Astrid Ackermann

La Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks festeggia quest’ anno il settantacinquesimo anniversario della sua fondazione, avvenuta ufficialmente il primo luglio del 1949 quando Eugen Jochum assunse la carica di primo Chefdirigent del complesso dopo tre anni passati a ricostruire la formazione strumentale della radio bavarese, rifondata dopo la fine della guerra cambiando la denominazione originale Orchester des Reichssenders München in quella attuale. Grazie alle possibilità esecutive sviluppate sotto la guida di Jochum e dei suoi successori, Rafael Kubelik, Colin Davis, Lorin Maazel e Mariss Jansons oltre alla collaborazione con quasi tutti i direttori più prestigiosi del dopoguerra tra i quali alcuni, come Leonard Bernstein, lavorarono regolarmente con l’ orchestra in concerto e in sala di registrazione, il complesso bavarese occupa oggi una posizione preminente fra le migliori formazioni sinfoniche mondiali. Oltre al Jubiläum, la stagione 2023/24 segna anche l’ inizio dell’ incarico ufficiale di Sir Simon Rattle come sesto direttore stabile dell’ orchestra. Da anni il direttore di Liverpool ha sviluppato un intenso rapporto di collaborazione con l’ orchestra bavarese e la sua nomina a Chefdirigent e successore del defunto Mariss Jansons era data per certa in tutto l’ ambiente musicale tedesco. E si tratta di una scelta senza alcun dubbio felice, sia per il rapporto di reciproca stima stabilitosi fra Rattle e i musicisti dell’ orchestra, sia per i pregevoli risultati finora raggiunti dal maestro britannico naturalizzato tedesco sul podio della formazione bavarese. Del resto, Sir Simon Rattle è senza dubbio un grande direttore  e durante gli anni in cui ho potuto seguire il suo lavoro con i Berliner Philhamoniker agli Osterfestspiele di Baden-Baden ho ascoltato da lui diverse interpretazioni pregevoli, soprattutto nel repertorio novecentesco e nelle opere di Wagner: le sue esecuzioni del Tristan e del Parsifal a Baden-Baden, insieme alla formidabile Walküre di un paio d’ anni fa e al Siegfried dello scorso anno a München, sono sicuramente tra le più belle serate wagneriane a cui io abbia assistito negli ultimi decenni. Un direttore completo, molto stimato dalle orchestre per la collegialità e cordialità del suo modo di lavorare, che a Berlino ha svolto un lavoro importante anche nel campo dell’ educazione e della comunicazione mediatica, per esempio contribuendo in maniera determinante alla creazione della Digital Concert Hall per le trasmissioni in diretta streaming dei concerti, primo esperimento del genere in Europa.

BRSO Rattle GURRE GalaK tutti 20240419 (c)BR-Astrid Ackermann

Foto ©BR/Astrid Ackermann

Per iniziare i festeggiamenti dell’ anniversario il Bayerischen Rundfunk ha presentato un concerto di gala nella nuova Isarphilharmonie, che da qualche anno è divenuta la sede di gran parte dei concerti delle orchestre monacensi durante il restauro del Gasteig. Si tratta di uno spazio ricavato da un ex stabilimento industriale situato in una zona distante dal centro storico di München ma ben servita dai mezzi pubblici, nel quale è stata costruita una sala da concerto forse non bellissima ma dotata di comodi posti a sedere in tutti i settori e di un’ acustica davvero eccellente. Il concerto era esaurito da settimane e la sala era gremita di spettatori giunti da tutta Europa per ascoltare i Gurre-Lieder di Arnold Schönberg, una partitura perfettamente idonea al carattere celebrativo della serata per la grandiosità di un organico che permetteva di mettere in mostra al meglio tutte le possibilità tecniche della formidabile orchestra bavarese.

BRSO Rattle GURRE GalaK ONeill SSR 20240419 (c)BR-Astrid Ackerman

Foto ©BR/Astrid Ackermann

Come nel Pelleas und Melisande Schönberg, seguendo l’ esempio di lavori a lui coevi come il Prometheus di Scriabin e l’ Ottava Sinfonia di Mahler, impiega in questo lavoro un organico strumentale e vocale estremamente nutrito che durante la composizione lo costrinse addirittura a farsi approntare dei fogli di carta da musica a 48 pentagrammi, che allora non esistevano in commercio. Pur tuttavia, esclusi alcuni passaggi, la gigantesca strumentazione non è utilizzata come massa sonora ma piuttosto allo scopo di moltiplicare le possibilità coloristiche degli effetti orchestrali, che il compositore viennese realizza sfruttando tutte le combinazioni timbriche offerte da una formazione così imponente. Come si può capire dal titolo,  la cantata sinfonica nacque come un ciclo di Lieder basato su testitratti  dalla serie di poesie Gurresange del poeta danese Jens Peter Jacobsen (1847-1885), tradotti in tedesco da Robert Franz Arnold (pseudonimo del filologo e filosofo viennese Levisohn, vissuto tra il 1872 e il 1938) e riferiti alla trama di una leggenda diffusa nelle tradizioni popolari della Danimarca, della Svezia, dell’ Islanda e delle Isole. Faröer, che narra della tragica storia d’ amore fra il re Waldemar e la bella Tove. Inizialmente Schönberg musicò i testi come raccolta liederistica, per poi aggiungervi interludi strumentali, un melologo e grandi episodi corali rielaborando il tutto come cantata sinfonico-vocale per un organisco smisurato. La prima esecuzione del lavoro si tenne a Vienna nel Musikverein il 23 febbraio 1913 sotto la direzione di Franz Schrecker, e fu probabilmente il maggior successo ottenuto dal musicista austriaco durante tutta la sua vita.

BRSO Rattle GURRE GalaK Barton2 20240419 (c)BR-Astrid Ackerman

Foto ©BR/Astrid Ackermann

Alle prese con una partitura così strutturalmente complessa, Simon Rattle ha offerto una ulteriore stupenda prova del suo talento direttoriale assolutamente fuori dal comune. La varietà di tinte e la raffinatezza di atmosfere sonore che il musicista di Liverpool è riuscito a ottenere dalla sua nuova orchestra, oltre a essere una vera e propria festa per le orecchie, rendevano questa interpretazione assolutamente esemplare e da inserire tranquillamente tra le esecuzioni di riferimento del brano. Sotto la sua guida la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks ci ha fatto ascoltare una serie di veri e propri arcobaleni timbrici, soprattutto negli interludi strumentali, realizzati in maniera davvero fantastica per la precisione e la bellezza di suono che i musicisti bavaresi hanno esibito. Stupendo anche il grandioso finale, nel Finale, affrontato da Rattle con un tono di grandiosità epica mai disgiunto da una scrupolosa analiticità nella definizione delle dinamiche strumentali, realizzate in modo superbo da un’ orchestra nella quale la sezione ottoni si è davvero coperta di gloria per purezza di suono, squillo e proiezione e dai complessi corali dell’ MDR Rundfunkchor e del Chor des Bayerischen Rundfunks diretti da Peter Dijkstra, assolutamente splendidi nella perfezione degli impasti sonori. A tutto questo l’ ex direttore dei Berliner Philharmoniker ha aggiunto una coerenza implacabile nell’ analisi strutturale che si traduceva in atmosfere sonore cangianti dove il vero e proprio progressivo disgregarsi della struttura armonica ideato da uno Schönberg sul punto di esaurire tutte le possibilità del sistema tonale è stato realizzato con un’ evidenza che poche volte accade di sentire. Una grande prova di un grandissimo direttore, che tale è e resta Sir Simon Rattle a dispetto di certa critica, soprattutto italiana ma anche statunitense, che ama farne l’ oggetto di brontolii e ironie da quattro soldi. Eccellente anche la prova di tutti i cantanti, soprattutto del cinquantatreenne tenore neozelandese Simon O’ Neill che, come nel suo pregevole Siegfried dello scorso anno, è stato in grado di reggere con sicurezza la tessitura aspra del ruolo di Waldemar, sfoggiando note acute davvero notevoli per squillo e proiezione. Bravissima anche Dorothea Röschmann, cinquantasettenne soprano nativa di Flensburg e dalla carriera internazionale prestigiosa, che ha tratteggiato una Tove dal fraseggio intenso e ispirato. Pregevole anche il tono di commossa intensità trovato dal mezzosoprano statunitense Jamie Burton nel Lied di Waldtaube, forse la pagina più conosciuta della partitura. Buona anche la prova del baritono austriaco Josef Wagner come Bauer e del sessantaduenne tenore britannico Peter Hoare, apprezzato interprete del repertorio novecentesco, che ha relizzato l’ intervento di Klaus-Narr sottolineando molto bene la mobilità nervosa di un fraseggio che anticipa spesso lo Sprechgesang di personaggi come l’ Hauptmann del Wozzeck. A impreziosire ulteriormente la serata era l’ intervento come voce recitante del grande Thomas Quasthoff  che ha letto la sua parte ricavandone inflessioni e colori vocali da vero virtuoso, con una verve e una carica espressiva assolutamente straordinarie. Alla fine si può solo affermare che un’ esecuzione di tale livello non è di quelle che si possono ascoltare tutti i giorni, e di questo parere era anche il pubblico della Isarphilharmonie che ha applaudito freneticamente tutti i membri del cast di una serata davvero indimenticabile.

Un pensiero riguardo “Galakonzert 75 Jahre BRSO – Simon Rattle “Gurre-Lieder”

  1. Pensa, Gian Guido, che anch’io che sono musicale ma non muicista ho registrato per la RAI di Roma GUERRE LIEDER nel 1983 nel ruolo del Bufone (Klaus Nar…..si scrive cosi ????) e diretto dal grande JURY ARONOVITCH . Teodoro Celli scrisse: „egli ha superato, ora, perfino Zubin Mehta……..ha potuto valersi di cinque eccellenti solisti“….. e elenca i nomi 

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.