SWR Symphonieorchester 2023/24 – “War Requiem” di Britten – Teodor Currentzis

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Foto ©SWR/Patricia Neligan

Un vero e proprio trionfo di pubblico ha salutato l’ ultimo concerto a Stuttgart di Teodor Currentzis come Chefdirigent della SWR Symphonieorchester.  Si è così conclusa un’ avventura iniziata nel gennaio 2018 con una fulminante esecuzione della Nona Sinfonia di Bruckner seguita da Lontano di Ligeti come finale, a dimostrare immediatamente la personalità interpretativa spiccata e originale del direttore greco-russo. In questo periodo abbiamo ascoltato da lui molte cose destinate a rimanere indimenticabili nella storia della vita musicale di ,alla quale il suo contributo in questi anni è stato fondamentale. Penso innanzi tutto alle sue stupende esecuzioni mahleriane, alla Quinta di Tschaikowsky, al suo Shostakovich tragico e squassante e più recentemente al meraviglioso Concerto per violino di Berg con Vilde Frang, probabilmente la migliore esecuzione da me ascoltata di questa partitura, senza dimenticare il Tod und Verklärung di Richard Strauss del quale Currentzis ci fece ascoltare un’ esecuzione elegantissima, davvero perfetta per ampiezza di respiro sinfonico e ricchezza di atmosfere. Ma non posso fare a meno di ricordare anche la bella idea dei CurrentzisLAB, nel quale il maestro ha rivelato anche doti di grande comunicatore dialogando con il pubblico in conversazioni stimolanti e ricche di contenuti. Ci mancherà, Teodor Currentzis, come si rimpiangono sempre le persone che hanno idee da proporre e il coraggio di metterle in pratica.

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Foto ©SWR/Patricia Neligan

Per il suo congedo dal pubblico della Liederhalle la scelta di Currentzis è caduta sul War Requiem op. 66 di Benjamin Britten, composto per la cerimonia di riconsacrazione, avvenuta il 30 maggio 1962, della cattedrale di Coventry distrutta l’ 8 novembre di ventidue anni prima da un bombardamento della Luftwaffe. Una composizione di ampio e potente respiro tragino nella quale il musicista nativo del Suffolk non si limitò a utilizzare il testo latino della Messa funebre ma decise di integrarlo con i testi poetici di Wilfred Owen, rimasto ucciso durante la Prima Guerra Mondiale il 4 novembre 1918 durante un’ operazione militare nel nordest della Francia; un uomo che la guerra l’aveva vissuta, pensata, scritta e subita. E che, a suo modo, l’ aveva sconfitta con le sue poesie. La produzione poetica di Wilfred Owen corrispondeva alle intenzioni di Britten, il cui scopo era quello di denunciare i malefici effetti della guerra, la cieca onnipotenza della distruzione e l’ annientamento del senso critico. La cultura e, nello specifico, la musica, possono essere di grande aiuto come antidoto a questa insensatezza e proprio questo è il messaggio trasmessoci dal War Requiem, scritto per commmemorare le vittime ma anche per denunciare la follia e l’ ottusità della devastazione. Un lavoro inteso come canto di morte per la guerra stessa, oltre che per i suoi caduti.

Konzert des SWR Symphonieorchesters

Foto ©SWR/Patricia Neligan

La struttura di questo vasto affresco sinfonico-corale si basa su due livelli poetici, che si alternano evocando piani temporali diversi: i testi di Owen sembrano immergerci nel presente della guerra, ce la fanno vivere come se qualcuno la narrasse dal vivo; i testi latini ci portano invece in una dimensione atemporale. Nel Dies irae questi due piani sembrano sovrapporsi, evocando non tanto il terrore che l’ ira di Dio provoca, ma piuttosto i sentimenti di incertezza e paura tipici di chi si trova a vivere una situazione senza scampo. Nel suo insieme il War Requiem è una composizione assolutamente distante dalla retorica celebrativa, che al contrario vuole veicolare tramite la musica il ricordo della sofferenza e degli errori passati. visto come un mezzo per continuare a costruire un futuro. Teodor Currentzis è riuscito a sintetizzare tutti questi aspetti in un’ interpretazione tesa, vibrante, di grande respiro tragico nell’ alternarsi delle disperate invocazioni corali e delle introspezioni meditative evocate dai brani affidati ai solisti. Sicuramente una tra le più belle esecuzioni mai realizzate a Stuttgart dal direttore greco-russo, davvero esemplare per maturità, coerenza di concezione e partecipazione emotiva, splendidamente realizzata dalla SWR Symphonieorchester che ha suonato davvero come un complesso di classe internazionale e dai cori dell’ SWR Vokalemsemble, del London Symphony Chorus e delle voci bianche del Knabenchor collegium iuvenum Stuttgart.

Per quanto riguarda la parte vocale, Currentzis ha voluto per questo concerto una Besetzung che in qualche modo ricalcasse quella pensata da Britten per la prima esecuzione della partitura, che originariamente doveva prevedere Galina Vishnevskaja, Peter Pears e Dietrich Fischer-Dieskau. Come si sa, la cantante di Leningrad fu costretta ad annullare la sua partecipazione perché le autorità sovietiche le negarono il visto d’ espatrio (sul come e il perché si arrivò a questa decisione, la Vishnevskaja ci ha lasciato un dettagliato resoconto nella sua autobiografia) e fu sostituita da Heather Harper, riuscendo però a prendere parte alla successiva incisione discografica del War Requiem per la DECCA.  Proprio pensando a tutto questo, anche il cast vocale scelto da Currentzis comprendeva un soprano russo, un tenore inglese e un baritono tedesco. Irina Lungu, una fra le migliori voci femminili di oggi, ha cantato con una bella partecipazione espressiva mettendo in mostra tutti i pregi di una voce luminosa, rotonda e ben controllata a livello tecnico. Magnifica anche la prova del tenore inglese  Allan Clayton, acclamato interprete della parte di Peter Grimes a Madrid, New York, Londra, Roma e Parigi, fraseggiatore attentissimo nell’ evidenziare tutte le sfumature del testo. Matthias Goerne, cinquantasettenne baritono originario della Thüringen, è da anni considerato uno fra i più accreditati interpreti liederistici in campo internazionale e anche in questa occasione ha messo in mostra intenzioni di fraseggio intelligenti e meditate. Alla fine di una serata carica di emozioni, il pubblico della Liederhalle ha applaudito per quasi dieci minuti tutti un Currentzis felice ed esausto, l’ orchestra e gli esecutori vocali. Un giusto tributo a una serata di quelle che rimarranno a lungo nella memoria di chi ha avuto il privilegio di essere presente.

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