Staatsorchester Stuttgart – Cornelius Meister e Mira Foron

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Prova generale. Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Tutto esaurito in entrambe le repliche per il sesto concerto della stagione sinfonica della Staatsorchester Stuttgart. Ciò era sicuramente dovuto non solo dalla presenza sul podio di Cornelius Meister, le cui esibizioni sono sempre seguitissime dal pubblico della città, ma anche all’ esordio con l’ orchestra di Mira Foron, ventiduenne violinista nata a Stuttgart da padre tedesco e madre italiana, cresciuta in una famiglia di musicisti (i genitori sono violoncellisti e il fratello Nicolò è un apprezzato pianista e direttore d’ orchestra), formatasi con musicisti illustri come Kolja Blacher e che attualmente si sta perfezionando con Julia Fischer a München. La ragazza di Stuttgart ha già vinto alcuni concorsi importanti ed è stata invitata da Anne-Sophie Mutter a far parte del complesso dei Mutter’s Virtuosi, l’ orchestra d’ archi nella quale strumentiste come la violinista olandese Noa Wildshut e la violista sudcoreana Hwayoon Lee hanno iniziato un percorso che le ha portate a intraprendere carriere solistiche internazionali di prestigio.

Per il suo debutto con la Staatsorchester, la giovane virtuosa ha presentato una notevolissima lettura del Primo Concerto per violino di Shostakovich. Come tutti i violinisti delle ultime leve, anche Mira Foron, che suona uno strumento del 1710, opera del liutaio milanese Carlo Giuseppe Testore, possiede mezzi tecnici assolutamente completi che la mettono in grado di dominare senza il minimo problema le grosse difficoltà presentate da una parte solistica ideata su misura da Shostakovich per il formidabile virtuosismo di un artista leggendario come David Oistrakh. Ma quello che ho apprezzato maggiormente in questa esecuzione è stato il carisma interpretativo e la capacità dimostrata dalla giovane ragazza di Stuttgart nel creare atmosfere timbriche estremamente raffinate nel primo e nel terzo movimento, dove le sonorità quasi spettrali del violino si combinavano splendidamente con i timbri e i colori che Cornelius Meister ha ottenuto da una Staatsorchester in ottimo stato di forma. Dal punto di vista tecnico, Mira Foron ha mostrato tutta la sua abilità in particolare nella lunghissima cadenza conclusiva della Passacaglia, suonata in maniera assolutamente impeccabile. Forse si poteva desiderare un pizzico di aggressività sardonica in più nello Scherzo e nella Burlesque finale, ma in ogni caso questa esecuzione ci ha fatto conoscere una solista che si può davvero considerare molto promettente e con tutti i requisiti, tecnici e di personalità, necessari per intraprendere una carriera di primo piano. Il consueto bis bachiano, quasi obbligatorio per i concerti dei violinisti, ha concluso l’ esibizione della giovane musicista, festeggiatissima del pubblico della Liederhalle.

In apertura di programma, Cornelius Meister e la Staatsorchester Stuttgart hanno eseguito la Sinfonia in do maggiore K. 73, scritta nel 1772 da Mozart all’ età di sedici anni e che come tutte le sue prime prove in questa forma musicale, stilisticamente suona abbastanza influenzata dalla produzione orchestrale di Johann Christian Bach che Mozart aveva conosciuto a Londra. In questa esecuzione la partitura è stata resa con una bellissima freschezza di fraseggio e una grande cura nel dosaggio complessivo delle sonorità, che hanno permesso a Cornelius Meister di evidenziare pienamente nella sua esecuzione l’ eleganza fluida delle linee melodiche e la luminosità leggera della paletta timbrica, tipiche di questo Mozart agli inizi della sua straordinaria parabola creativa.

Nella seconda parte del concerto, il maestro di Hannover ha presentato una bella esecuzione della Sinfonia N° 5 in fa maggiore p. 76 di Dvořák, composta nel 1875 ma pubblicata solo sette anni più tardi in versione riveduta. Una partitura che indubbiamente contine molti elementi di attrazione per la sua spontanea pienezza melodica e il fascino sonoro e sensuale dell’ orchestra in cui si avvertono a volte reminiscenze brahmsiane. Cornelius Meister ne ha dato un’ interpretazione molto appropriata per ricchezza di slancio melodico e padronanza della struttura formale, molto ben assecondato dalla Staatsorchester Stuttgart che ha dato un’ ulteriore dimostrazione di bellezza sonora e precisione. I tempi adottati dal Generalmusikdirektor del teatro di Stuttgart erano complessivamente molto contrastanti e ricchi di flessibilità, con un’ eleganza notevole nel sottolineare le sfumature e il respiro delle melodie di carattere popolareggiante che formano la struttura principale della composizione. Successo vivissimo, con lunghi applausi al direttore e all’ orchestra.

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