Ludwigsburger Schlossfestspiele 2024 – Asmik Grigorian e Lukas Geniušas

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Foto ©Reiner Pfisterer

Da sei anni la direzione artistica dei Ludwigsburger Festspiele cercava di scritturare Asmik Grigorian. Quest’ anno la cantante lituana ha finalmente trovato una data libera in questo periodo, per offrire agli appassionati della nostra zona una Liederabend tenutasi nella splendida Ordensaal del Residenzschloss, vero gioiello di architettura barocca. Qui a Ludwigaburg il soprano di Vilnius ha portato, insieme al trentatreenne pianista russo- lituano Lukas Geniušas, suo abituale partner concertistico, il programma formato da brani di Tschaikowsky e Rachmaninov che i due artisti negli ultimi tempi stanno eseguendo in tutte le massime sale da concerto mondiali come ad esempio la Wigmore Hall, il Musikverein di Vienna, la Philharmonie di Berlino, il Salzburger Festspielhaus e prossimamente la Carnegie Hall. Per quanto mi riguarda era dallo scorso febbraio, quando ho ascoltato Asmik Grigorian come Lisa in Pikovaja Dama di Tschaykowsky alla Bayerische Staatsoper, che aspettavo la serata alla Ordensaal per riascoltare ancora una volta questa vera e propria artista totale, capace di inchiodare letteralmente il pubblico alla sedia con una combinazione di parola, suono e gesto che solo lei è possiede al giorno d’ oggi. Ho già espresso più volte nei miei articoli l’ ammirazione che nutro per la quarantatreenne lituana, a mio avviso senza discussioni la più importante artista lirica del nostro tempo, e il concerto di Ludwigsburg ha confermato una volta di più le mie opinioni.

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Foto ©Reiner Pfisterer

In questo programma di musica vocale russa la cantante, perfettamente sostenuta dal pianismo elegante ed espressivo di Lukas Geniušas che con lei ha una perfetta unità di intenti interpretativi, ha trovato infinite occasioni di mettere in mostra tutto il suo carisma. Asmik Grigorian è una di quelle artiste che riempiono il palco già con la sola presenza e a partire dal tono di intima, morbida malinconia di Sred schumnogo bala op. 38 N° 3 che apriva la serie di brani di Tschaikowsky ha letteralmente magnetizzato gli spettatori con un vero e proprio arcobaleno di sonorità e accenti espressi tramite uno strumento vocale gestito da una perizia tecnica assolutamente straordinaria. Ovviamente la confidenza con il russo, che è la sua lingua materna, consente ad Asmik Grigorian di esprimere in pieno il suo straordinario talento di fraseggiatrice oltre che di vocalista fenomenale, con una voce omogenea in tutta la gamma e perfettamente controllata a tutti i livelli dinamici. Tra le composizioni della prima parte, a me ha impressionato particolarmente Net, tolko tot, kno zal op. 6 N°6, la versione russa del celebre Lied di Mignon Nur wer die Sehnsucht kennt dal romanzo Wilhelm Meisters Lehrjahre di Goethe, più volte messo in musica da Schubert. Un vero e proprio bozzetto di scena teatrale che richiede all’ esecutrice personalità spiccata, doti di fraseggio non comuni e soprattutto la capacità di creare un’ atmosfera. Tutto questo era presente a livelli altissimi nell’ esecuzione di Asmik Grigorian, forse il culmine espressivo della vasta gamma di sentimenti contenuta nella prima parte.

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Foto ©Reiner Pfisterer

Dopo la pausa, la selezione di brani di Rachmaninov presentata dai due artisti riprendeva sostanzialmente il contenuto del loro CD intitolato Dissonanzen, pubblicato due anni fa dalla casa francese Alpha Classics. Rispetto ai soliloqui interiori dei brani di Tschaikowsky, quelli di Rachmaninov sono autentiche scene operistiche e qui Asmik Grigorian ha tirato fuori tutto il suo temperamento di vero animale da palcoscenico, conferendo a questa musica una forza espressiva a tratti incandescente soprattutto in Ne poi, krassavitsa, pri mne op. 4 N° 4 e in Son op. 8 N° 5 dove la raffinatezza dei colori vocali si fondeva al meglio con le sonorità dolci e delicate che Lukas Geniušas traeva dal pianoforte. Nei brani solistici inseriti per far prendere pause alla voce, il giovane pianista ha fatto ascoltare cose davvero molto pregevoli soprattutto nei due Preludi di Rachmaninov, l’ op. 32 N° 12 in sol diesis minore e quello successivo in re bemolle maggiore. Il brano iniziale del CD, Dissonans op. 34 N° 13, il più lungo della selezione con i suoi quasi sei minuti e mezzo di durata, era qui posto a chiusura del programma e ha scatenato l’ entusiasmo del pubblico che ha applaudito in maniera frenetica i due artisti. Due altri brani di Rachmaninov hanno concluso in maniera assolutamente ideale un’ altra esibizione di livello altissimo da parte di un’ artista capace come poche altre di affascinare e soggiogare il pubblico per il talento scenico, la vocalità magistrale e la forza drammatica delle sue caratterizzazioni. Alla fine del concerto, nella terrazza che da sul giardino posteriore del Residenzschloss, Asmik Grigorian ha risposto alle domande degli spettatori rivelandosi anche come persona affabile e di grande simpatia umana.

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