
Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB
A soli ventinove anni di età Thomas Guggeis, nato a Dachau e formatosi prima a München e poi a Milano, si è conquistato la fama di miglior giovane talento direttoriale emergente nel panorama musicale tedesco. La sua notorietà internazionale iniziò quando nel 2018 fu chiamato a sostituire all’ ultimo momento Christoph von Dohnány in una nuova produzione di Salome alla Staatsoper unten den Linden. Il successo fu trionfale e nel 2020 il teatro berlinese gli offrì la posizione di Staatskapellmeister con mansioni che si sono gradualmente ampliate in seguito alla disdetta di molti impegni annunciata da Daniel Barenboim. Prima dell’ incarico a Berlino, il giovane maestro bavarese era stato Erste Kapellmeister alla Staatsoper Stuttgart, dove per due anni ci ha fatto ascoltare pregevoli interpretazioni di titoli come La Bohème, Il barbiere di Siviglia, Madama Butterfly, Der Prinz von Homburg e Der Freischütz. Dalla prossima stagione, Thomas Guggeis assumerà la carica di Generalmusikdirektor all’ Oper Frankfurt come successore di Sebastian Weigle: una responsabilità eccezionale e un fatto raro per un direttore di questa età, essere designato a ricoprire una posizione cosí rilevante nella vita musicale tedesca. Dopo questo ritorno a Stuttgart, Guggeis dirigerà l’ ultimo ciclo del nuovo allestimento del Ring con la regia di Dimitri Tcherniakov a Berlino, dove lo scorso febbraio ha diretto la nuova produzione della Daphne di Strauss con la regia di Romeo Castellucci, e successivamente lo attende il suo debutto al Metropolitan con Der fliegende Holländer. Come sappiamo bene qui a Stuttgart dove lo abbiamo ascoltato molte volte, Thomas Guggeis è un direttore preparatissimo, sicuro nel gesto e nella capacità di ottenere dall’ orchestra tutti gli effetti che desidera e dotato di una personalità interpretativa già molto matura in rapporto alla sua ancora giovane età. In poche parole, un ragazzo che ha tutti i requisiti per diventare una delle bacchette di primo piano nel panorama musicale internazionale dei prossimi anni.
Per il suo ritorno qui a Stuttgart, il giovane direttore ha scelto un programma interamente dedicato al Novecento, completato da una prima esecuzione assoluta. Il concerto iniziava con la suite sinfonica Four Sea Interludes tratti dall’ opera Peter Grimes di Benjamin Britten. Guggeis ne ha dato una lettura assolutamente esemplare per capacità evocativa, bellezza di tinte e sottolineatura del tessuto armonico. Splendida la luminosità che il ventinovenne talento bavarese è riuscito a conferire alla melodia intonata dai flauti e dai violini in Dawn, così come il raffinato gioco di luci e ombre in Sunday Morning, la perfetta sottolineatura dell’ atmosfera angosciosa in Moonlight con la citazione quasi letterale dal Wozzeck di Alban Berg magnificamente evidenziata e il tono di intensa drammaticità conferito a Storm,in cui la Staatsorchester ha dato una splendida prova di virtuosismo strumentale. Seguiva poi la prima esecuzione pubblica di Ich ersehe die Alpen, monodramma per voce femminile, elettronica e orchestra scritto dal compositore catalano Hèctor Parra su commissione della Staatsorchester Stuttgart. Il testo del brano si basa sul lavoro testrale omonimo dello scrittore austriaco Händl Klaus che insieme al musicista lo ha rielaborato in forma di monologo ispirato alla struttura stilistica di pezzi come Erwartung e La voix humaine. All’ ascolto, la partitura colpisce per l’ atmosfera timbrica basata su colori cangianti arrichiti dall’ uso dell’ elettronica e ottenuti attraverso una tecnica di strumentazione molto raffinata. La parte della cantante impiega una grande quantità di effetti vocali che vanno dallo Sprechgesang fino al canto sommesso e a quello a voce spiegata. Josefin Feiler, soprano sassone che nei suoi quasi otto anni di lavoro qui alla Staatsoper Stuttgart ha dato numerose prove della sua versatilità vocale e della sua competenza stilistica in musiche di questo tipo, ne ha dato un’ interpretazione forte, vocalmente impeccabile e molto incisiva, in perfetta sintonia con la direzione orchestrale.

Josefin Feiler, Händl Klaus, Hèctor Parra e Thomas Guggeis. Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB
Dopo la pausa, il programma del concerto proponeva un intelligente accostamento fra due partiture sinfoniche ispirate all’ atmosfera del mare. La prima era il poema sinfonico Aallottaret (Le Oceanidi) op. 73 di Jean Sibelius, una partutura commissionata al compositore finlandese dal mecenate statunitense Carl Stoeckel ed eseguita per la prima volta al Norfolk Music Festival il 4 giugno 1914 sotto la direzione dell’ autore. Il brano è considerato uno tra gli esiti più compiuti nella produzione orchestrale di Sibelius e di alto livello è stata la lettura datane da Thomas Guggeis, tesa, scattante, ricca di drammaticità e respiro epico. Il programma si chiudeva con La Mer di Debussy, uno tra i massimi esiti artistici del sinfonismo francese novecentesco, un capolavoro assoluto di suggestione e sottigliezza narrativa basato su un procedere caratterizzato da una continua propulsione, attraverso il succedersi, sovrapporsi, addensarsi di motivi che si coagulano in più ampie strutture e stabiliscono un mobilissimo gioco di rapporti. Dal punto di vista interpretativo, la lettura di Thomas Guggeis era impostata in un’ ottica concettuale che sottolineava al massimo i caratteri innovativi della scrittura orchestrale. Come nel caso delle letture di Pierre Boulez, in questa esecuzione il giovane maestro optava per una lettura basata su sonorità lucide e taglienti, grande estremizzazione della dinamica e sottolineatura insistita delle asperità armoniche. Mi è piaciuta in modo particolare la resa angosciosa, squassante espressa tramite sonorità livide che Guggeis ha saputo ottenere nel terzo brano, il Dialogue du vent et de la mer in cui la prescrizione animé et tumultueux segnata dall’ autore in partitura è stata resa con una sbalzatura drammatica di grandissima efficacia espressiva tramite tempi serrati e incalzanti, perfettamente realizzata da una Staatsorchester Stuttgart apparsa in eccellente stato di forma e prontissima a seguire le indicazioni espressive del giovane direttore. Il pubblico della Liederhalle ha applaudito a lungo tutti i protagonisti di un concerto intelligentemente programmato e di grande rilevanza culturale.