Forum am Schlosspark – Bundesjugendorchester

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Foto ©Bundesjugendorchester/FB

Vado sempre con grande gioia ad assistere ai concerti delle orchestre giovanili. La freschezza, l’ entusiasmo e l’ alto livello di preparazione che i giovani musicisti dimostrano e che acquista anche maggior valore dopo i tre anni terribili che noi adulti gli abbiamo fatto passare, costituiscono qualità che fanno ben sperare per il futuro della musica. Dopo il bellissimo concerto dei ragazzi francesi alcune settimane fa, il Forum am Schlosspark ha ospitato una tappa della tournée invernale della Bundesjugendorchester, da anni ospite regolare della città di Ludwigsburg. Si tratta della più importante formazione sinfonica giovanile tedesca, fondata nel 1969 e che si colloca ai vertici di un sistema educativo coordinato dal Deutscher Musikrat, struttura che si occupa di coordinare e sostenere i progetti e le attività nel campo dell’ educazione musicale, in stretta collaborazione con il Bundesministerium für Familie, Senioren, Frauen und Jugend, fondata nel 1953. Vi prego di riflettere su questo dettaglio: otto anni dopo la fine della guerra e quattro dopo la fondazione della Repubblica Federale, con il paese ancora praticamente a pezzi, il governo tedesco già si preoccupava di fondare una struttura dedicata all’ educazione musicale.

A partire da questa data iniziò la fondazione di orchestre giovanili nei vari Länder federali fino a quando, nel 1969, il pedagogo Peter Koch fondò ufficialmente la Bundesjugendorchester, nella quale sono ammessi musicisti tra i 14 e i 19 anni di età, scelti in base a selezioni annuali che si tengono sia con audizioni che tramite segnalazioni ricevute da una rete articolata di concorsi musicali giovanili, tra i quali il più importante a livello nazionale è il premio “Jugend Musiziert”. Il lavoro dell’ orchestra si articola in tre sessioni annuali durante le quali i giovani strumentisti si esercitano soto la guida di tutors provenienti dalle più importanti formazioni sinfoniche della Germania, e si conclude con una serie di concerti affidati a direttori di prestigio internazionale e con la partecipazione di solisti di alto livello. Herbert von Karajan fu tra i primi a dirigere l’ orchestra nel 1970 a Berlino, e dopo di lui il complesso è stato guidato da maestri del calibro di Gerd Albrecht, Rudolf Barschai, Gary Bertini, Andrey Boreyko, Gustavo Dudamel, Carlo Maria Giulini, Thomas Hengelbrock, Kurt Masur, Kirill Petrenko, Lothar Zagrosek, Andris Nelsons e Simon Rattle, per citare solo i più famosi. L’ orchestra si esibisce regolarmente anche in giri di concerti all’ estero, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica Federale e il riconoscimento ufficiale di Musikalischer Botschafter della cultura tedesca nel mondo.

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Foto ©Mozart2006

Quest’ anno la guida della tournée invernale era affidata a Francesco Angelico, quarantaseienne direttore siciliano che sta svolgendo una carriera importante nei teatri di lingua tedesca, culminata con la nomina a Generalmusikdirektor del teatro di Kassel, dove ha presentato fra le altre cose una produzione del Ring di Wagner che è stata molto apprezzata da tutta la stampa nazionale. Come solista è stato invitato Christian Tetzlaff, il cinquantaseienne virtuoso di Hamburg che è considerato uno dei massimi strumentisti tedeschi del momento e una delle personalità più prestigiose della scena concertistica internazionale. Allievo di Uwe-Martin Haiberg alla Musikhochschule Lübeck e successivamente perfezionatosi con Walter Levin alla University of Cincinnati College-Conservatory of Music, esibitosi con tutte le più grandi orchestre sinfoniche internazionali e in tutte le sale da concerto più illustri del mondo, Tetzlaff è senza dubbio uno violinista di classe superiore per l’ altissimo livello della preparazione tecnica e la personalità interpretativa da vero solista di rango superiore.

Christian Tetzlaff ha instaurato da anni un rapporto di intensa collaborazione con la Bundesjugendorchester, della quale ha fatto parte per quattro anni a partire dal 1979, e ha sempre riconosciuto pubblicamente il valore decisivo che questa esperienza ha avuto nella sua formazione musicale, Per questo giro di concerti insieme ai giovani strumentisti del complesso, il virtuoso anseatico ha scelto di eseguire la Fantasia in sol minore op. 24 di Josef Suk, (1874 – 1935) compositore e violinista ceco allievo e genero di Antonín Dvořák, avendone sposato la figlia maggiore Otilie, e fondatore del leggendario Bohemian Quartett, uno tra i complessi da camera più illustri del primo Novecento. Nei primi anni del ventesimo secolo Josef Suk faceva parte, insieme a Viteszlav Novák, delle tendenze compositive più moderne nel panorama musicale del suo paese e la sua musica si distingue per l’ audacia armonica e polifonica, la stupenda tecnica di strumentazione e l’ espressività febbrile che la caratterizzano. Christian Tetzlaff ha suonato la parte solistica con una carica virtuosistica eccezionale e un fraseggio di grande autorità. Bellissimo il gioco di colori tra il solista e l’ orchestra e splendida l’ intesa interpretativa con il podio.

La serata era stata introdotta dall’ Ouverture Karneval op. 92 di Dvořák, secondo brano di una specie di trilogia sinfonica composta. dal musicista boemo tra il  1891 e il 1892. L’ esecuzione, guidata da Francesco Angelico in maniera ricca di slancio e carica espressiva, sottolineava molto bene le melodie popolareggianti e i ritmi di danza che formano la struttura di un brano sicuramente ricco di fascino per la freschezza e la spontaneità dell’ ispirazione. Nella seconda parte del programma, i ragazzi della Bundesjugendorchester si sono destreggiati con disinvoltura entusiasmante nella lettura della Sinfonia N° 11 in sol minore op. 103 di Shostakovich, autore al quale la SWR Symphonieorchester dedicherà in questa stagione un ampio spazio nei programmi dei concerti in abbonamento. L’ Undicesima Sinfonia fu commissionata al compositore leningradese per il quarantesimo anniversario della Rivoluzione di Ottobre ed eseguita per la prima volta il 30 ottobre 1957 a Mosca, nella Sala Grande del Conservatorio, sotto la direzione di Natan Rachlin. Per questa occasione commemorativa il compositore volle dedicare la sua nuova partitura alla descrizione musicale del massacro di parecchie centinaia di lavoratori che si erano riuniti davanti al Palazzo d’ Inverno a San Pietroburgo l’ 8 ottobre 1905 per consegnare petizioni allo Zar Nicola Il.

Si tratta di un lavoro che segna una tappa importante nelle tormentate vicissitudini artistiche e personali seguite al trionfo dell’ opera Ledi Makbet Mtsenskogo Uyezda, il cui travolgente successo in Unione Sovietica fu stroncato dal celebre articolo apparso sulla Pravda e probabilmente dettato o almeno approvato da Stalin in persona, nel quale Shostakovich veniva accusato di tendenze borghesi e antisovietiche. Dopo la composizione delle tre Sinfonie che formano la cosiddetta Trilogia di Guerra, la requisitoria di Zdanov del 1948 portò al bando della musica di Shostakovich, che dovette aspettare la morte di Stalin e il XX Congresso del 1956 per riacquistare un ruolo nella vita musicale sovietica. L’ Undicesima Sinfonia è una partitura pervasa da un clima di intensa tragicità e, pensando in particolare al persistente sol minore del suo lungo primo movimento, si potrebbe anche definire come l’ apoteosi di una triade diminuita. A questo aspetto si aggiunge la presenza ampia di citazioni melodiche da canti rivoluzionari popolari, non solo russi ma anche di nazioni oppresse dalla dominazione zarista. Una partitura dal tono duro, aggressivo, squassato tra laceranti esplosioni orchestrali e squarci melodici di avvincente e intensa drammaticità come nel terzo movimento, l’ Adagio che descrive la commemorazione delle vittime e il giuramento di vendetta dei superstiti.

Per la Bundesjugendorchester, naturalmente, una partitura come questa costituiva una splendida occasione per mettere in mostra tutto il meglio delle eccellenti doti strumentali. Davvero da lodare ai massimi livelli la precisione, la compattezza sonora e la carica espressiva con cui i giovanissimi musicisti hanno dimostrato nell’ esecuzione di un brano cosí difficile. L’ interpretazione impostata da Francesco Angelico evidenziava molto i contrasti dinamici marcati nei momenti più drammatici, in particolare nel feroce Allegro in forma di Fuga che irrompe brutalmente nel secondo movimento, sottolineato con un ritmo furioso (questo squarcio musicale è stato usato con grande efficacia per accompagnare la brutale sequenza della scalinata di Odessa in una riedizione sovietica del classico film muto di Sergei Eisenstein, La Corazzata Potemkin). Anche la tinta livida, quasi angosciosa che il direttore siciliano ha ottenuto dagli archi negli squarci melodici del primo tempo e nel finale era senza dubbio di grande effetto e perfettamente adeguata al carattere della musica. La tensione narrativa e il senso epico del racconto che la Bundesjugendorchester ha dimostrato in questa esecuzione costituivano un modello interpretativo davvero esemplare anche al confronto con le orchestre di professionisti. Clima di festa in teatro e trionfo finale, con intensi applausi da parte di un pubblico profondamente colpito dalla bravura di questi ragazzi. Lasciatemelo dire sinceramente a conclusione dell’ articolo, sono queste le cose che mi fanno ammirare la Germania. Un simile lavoro e impegno di risorse nella formazione culturale dei giovani costituisce un’ altissima lezione di civiltà, di politica culturale e di democrazia.

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