
Foto: Stuttgarter Philharmoniker/FB
Il 2023 del mondo musicale tedesco inizia all’ insegna di una ritrovata normalità, con tutti i concerti di Capodanno delle varie istituzioni teatrali e orchestrali. All’ estero infatti non tutti sanno che il Neujahrskonzert non è prerogativa solo dei Wiener Philharmoniker ma un’ abitudine consolidata in tutte le grandi città della Germania e dell’ Austria. Anche a Vienna, per dire, si tengono altri tre o quattro appuntamenti sinfonici di inizio anno: il Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker è solamente il più celebre tra una serie di analoghi appuntamenti che tutti i complessi sinfonici stabili attivi in Germania e in Austria offrono al loro pubblico la sera di San Silvestro e il primo giorno dell’ anno nuovo, che per i melomani di queste parti deve essere obbligatoriamente celebrato andando a teatro per ascoltare musica e scambiarsi gli auguri.
Tra le varie possibilità offerte per il primo di gennaio dalle orchestre di Stuttgart, quest’ anno io ho deciso di assistere al concerto degli Stuttgarter Pailharmoniker che per la prima volta in questa stagione suonavano sotto la guida del loro Chefdirigent, il cinquantunenne direttore israeliano Dan Ettinger che con questa serata iniziava la sua ottava stagione da guida musicale e artistica del complesso. Ho scritto in diverse occasioni che il pubblico di Stuttgart ha dimostrato in questi anni un notevole interesse per il lavoro del direttore israeliano. Sul piano esecutivo, i risultati ottenuti da Ettinger in questi sette anni e mezzo di lavoro con l’ orchestra sono senza dubbio notevoli. Sotto la sua guida, gli Stuttgarter Philharmoniker suonano con notevole intensità, concentrazione e precisione. L’ intesa tra il complesso e il suo Chefdirigent è sicuramente molto notevole e il lavoro di sviluppo sulla qualità del suono che Ettinger sta portando avanti ha dato ottimi risultati, percepibili in termini di definizione timbrica delle sezioni strumentali e coesione d’ insieme. Continuando su questa strada, l’ orchestra dovrebbe senz’ altro arrivare a una definitiva continuità di rendimento esecutivo all’ altezza delle buone potenzialità dimostrate già negli anni passati sotto la guida di Gabriel Feltz, il predecessore di Ettinger come direttore stabile.
In una Liederhalle gremita di pubblico venuto a godersi finalmente una bella serata di musica a Capodanno, la prima parte del programma era in stile tipicamente viennese, come avviene quasi sempre in questa data. Anche in questo tipo di musica, Dan Ettinger ha confermato tutte le sue qualità di direttore sicuro, preciso e stilisticamente inappuntabile, dimostrando di possedere in pieno la flessibilità agogica e l’ eleganza di fraseggio che sono i requisiti tecnici indispensabili per interpretare questa musica. Tutto questo è apparso evidente già dal brano di apertura che era la celebre Ouverture della Fledermaus della quale il maestro israeliano ha offerto una lettura vivace, brillantissima e ricca di humour. Uno splendido campionario di sonorità scintillanti e fraseggi orchestrali stilisticamente perfetti, con un’ orchestra davvero in forma eccellente. Il trentaquattrenne soprano israeliano Hila Fahima, per diversi anni membro dell’ ensemble alla Deutsche Oper Berlin e poi alla Wiener Staatsoper, ha dato un’ esecuzione vivace e ricca di humour dell’ aria di Adele “Mein Herr Marquis” dal secondo atto della Fledermaus, un’ eccellente padronanza della coloratura nell’ aria di Olympia da Les Contes d’ Hoffmann e ha poi messo in mostra una tecnica dei picchettati nel settore sovracuto molto sviluppata nel Walzer Frühlingsstimmen. Due eleganti letture dell’ Ouverture da La belle Hélène di Offenbach e della celeberrima Annen Polka di Johann Strauss completavano la prima parte della serata.
Con un completo cambio di atmosfera, dopo la pausa Dan Ettinger e gli Stuttgarter Philharmoniker hanno presentato un’ eccellente esecuzione della Quarta Sinfonia di Brahms. Il direttore di Cholon ha dato una lettura accesa e ricca di vigore drammatico di questa celebre e difficile partitura, dimostrando di possedere capacità analitiche unite a un perfetto dominio delle strutture formali. A partire dal leggero indugio ritmico con cui i primi violini esponevano la frase in anacrusi composta da un doppio intervallo di terza discendente e sesta minore ascendente, il primo tempo accumulava progressivamente una tensione drammatica gestita con precisione fino al tono quasi disperatamente tragico della perorazione conclusiva in mi minore, nella quale il tema iniziale viene portato a una vera e propria apoteosi. Nei due tempi centrali il maestro israeliano ha compiuto un ottimo lavoro di gestione della dinamica, con sonorità curate nei dettagli, un bel senso del canto nelle aperture melodiche e una tenuta ritmica di grande precisione. Molto ben riuscita è apparsa anche l’ interpretazione della Passacaglia conclusiva, con le trentacinque Variazioni su tema di otto misure ricavato dal basso dell’ ultimo movimento dalla Kantate Nach dir, Herr, verlanget mich BWV 150 di Bach graduate da Ettinger con grande efficacia e coerenza nel rendere alla perfezione l’ accumulo di tensione drammatica peculiare di questa pagina che rappresenta un’ autentica sfida al destino da parte del compositore amburghese. La sezione finale, culminante nell’ intensissimo tono di tragica eloquenza delle battute conclusive, ha strappato una vera e propria ovazione al pubblico della Liederhalle, che poi ha applaudito ancora a lungo il direttore e l’ orchestra. Un bell’ inizio del 2023 per la vita musicale di Stuttgart.