Staatsorchester Stuttgart – Messiaen, Strawinsky, Martinů

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Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Un programma composto in massima parte di musiche del Novecento raramente eseguite caratterizzava l’ ultimo appuntamento sinfonico del 2022 della Staatsorchester Stuttgart, diretta in questa occasione da Cornelius Meister che, dopo il Siegfried dell’ ottobre scorso, proseguiva con questa serata i suoi impegni stagionali di Generalmusikdirektor. I programmi concertistici impaginati dal quarantaduenne musicista di Hannover, che da poco ha prolungato di tre anni il suo contratto con la Staatsoper Stuttgart, si caratterizzano sempre per originalità e intelligenza negli accostamenti dei brani e anche in questa occasione è apparsa molto riuscita l’ atmosfera di sapore mistico delineata dalle musiche eseguite. La serata iniziava con Hymne, brano per orchestra composto nel 1932 con il titolo Hymne au Saint-Sacrement ed eseguito per la prima volta il 23 marzo 1933 sotto la direzione di Walther Straram. Succesivamente la partitura e il materiale d’ orchestra andarono perduti e il pezzo fu ricostruito a memoria da Messiaen nel 1946 su richiesta di Leopold Stokowsky, che lo diresse nel 1947 con la New York Philharmonic. Secondo le parole dell’ autore, Hymne vuole essere una descrizione sonora del mistero dell’ Eucaristia con una scrittura che mescola elementi modali e accordali, impiegando la strumentazione per evocare effetti di combinazioni coloristiche. La prima parte era completata dalla una lettura davvero avvincente della celebre Symphonie de Psaumes di Strawinsky. In questa pagina, Cornelius Meister ha messo in mostra tutto il meglio delle sue doti interpretative, con sfumature coloristiche di grande raffinatezza e un tono intenso, serrato e ricco di carica espressiva. Una splendida esecuzione, tra le migliori che io abbia ascoltato di questo lavoro, per merito anche di una Staatsorchester in grande forma e del Coro della Staatsoper Stuttgart diretto da Manuel Pujol, che ha messo in mostra tutte le qualità che da anni lo rendono uno tra i migliori complessi vocali del teatro tedesco.

Nella seconda parte della serata, Cornelius Meister ha presentato la Sinfonia N°1 di Bohuslav Martinů, compositore ceco che nella sua opera unisce elementi neoclassici e impressionistici derivati dai suoi studi con Josef Suk e Albert Roussel e dalla sua lunga consuetudine con Strawinski e con i compositori del Groupe des Six a spunti di derivazione jazzistica appresi durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, dove si rifugiò poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Come la Symphonie de Psaumes e il Concerto per orchestra di Bela Bartók, anche la Prima Sinfonia di Martinů nacque su commissione di Serge Koussevitzky e della Boston Symphony Orchestra di cui il maestro russo/americano era direttore stabile e che eseguì il brano per la prima volta il 13 novembre 1942, dirigendolo poi altre due volte a New York nei mesi successivi. All’ ascolto la Sinfonia è decisamente interessante per il trattamento compositivo di cellule tematiche sviluppate in una sorta di variazione continua. Di grande bellezza in particolare è il terzo movimento, Largo, una sorta di intensa e struggente elegia dedicata alle vittime della strage di Lidice compiuta dai nazisti come rappresaglia per l’ uccisione del sadico e ambizioso Reinhard Heydrich da parte della resistenza ceca. A questo avvenimento Bohuslav Martinů dedicò, quattro anni più tardi, anche il poema sinfonico Memorial to Lidice. L’ esecuzione della Staatsorchester era davvero eccellente come precisione e bellezza sonora. Cornelius Meister conosce molto bene da tempo l’ opera sinfonica di Martinů e l’ ha proposta frequentemente in concerto, realizzandone anche una registrazione integrale con la ORF Radio-Symphonieorchester premiata nel 2018 con l’ Opus Klassik. La sua interpretazione, ricca di slancio espressivo e cura minuziosa dei dettagli, dimostrava una conoscenza approfondita e un’ assoluta comprensione stilistica di questa partitura inusuale. Successo assai vivo da parte del pubblico della Liederhalle, in cui faceva piacere notare una folta presenza di giovani spettatori.

 

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