Staatsorchester Stuttgart – “Bin das ich?”

Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Con l’ ultimo concerto della stagione sinfonica, Cornelius Meister ha concluso il primo anno del suo mandato come Generalmusikdirektor della Staatsoper Stuttgart. Ripensando a quanto abbiamo ascoltato a partire dallo splendido Lohengrin inaugurale, sono più che mai convinto che questa scelta abbia rappresentato un’ acquisizione importantissima per la vita musicale della città. Ho già avuto modo di scrivere in più occasioni che io considero Cornelius Meister il miglior talento della giovane generazione direttoriale tedesca e dopo una stagione in cui ho potuto seguire con regolarità il suo lavoro non posso che ribadire il mio giudizio. Gesto chiarissimo ed efficace, tecnica completa e temperamento versatile dal punto di vista interpretativo fanno di questo giovane, appena trentanovenne ma già lanciatissimo a livello internazionale, un musicista completo e dalla maturità notevole, soprattutto in rapporto all’ età. La sua prestazione in questo concerto ha confermato ampiamente le impressioni positive da me riportate nelle precedenti occasioni in cui avevo avuto modo di ascoltarlo dal vivo, ultima delle quali è stata la fulminante Ariadne auf Naxos del mese scorso. Anche in questa serata sinfonica Cornelius Meister ha confermato tutte le qualità che più volte ho avuto modo di descrivere nei resoconti delle sue esibizioni qui a Stuttgart e l’ intesa davvero notevole stabilitasi durante questo anno di lavoro comune fra lui e la Staatsorchester, che sotto la sua direzione ha offerto una prova davvero di ottimo livello per coesione, compattezza timbrica, luminosità di suono e precisione esecutiva.

Il programma della serata conclusiva di questa stagione alla Liederhalle iniziava con la prima esecuzione assoluta di Viz-szin-tér – 3 Aquarelle für Orchester, brano composto su commissione della Staatsoper Stuttgart dal quarantaquattrenne compositore ungherese Márton Illés, del quale io ricordo la buona impressione lasciatami nel 2007 dall’ ascolto di Emily Dickinsons Uhr, scena teatrale per soprano, quattro clarinetti e sintetizzatore presentata al Theaterhaus durante l’ ECLAT Festival Neue Musik Stuttgart. Anche in questo lavoro per orchestra sinfonica tradizionale, Illés conferma il suo gusto per le sonorità cangianti e la sua sensibilità coloristica in una scrittura chiaramente influenzata da richiami stilistici alla produzione di autori suoi compatrioti come Ligeti e Kurtág. Seguiva poi il Concerto per sette strumenti a fiato, timpani, percussioni e archi del compositore svizzero Frank Martin, nato a Genf nel 1890 e spentosi in Olanda, a Naarden, nel 1974. Figlio di un pastore calvinista di origine francese e discendente di profughi ugonotti, Frank Martin è oggi ricordato soprattutto per la sua produzione nel campo della musica corale, iniziata nel 1930 con la Cantate pour le temps de Noel e nella quale spiccano soprattutto i cinque grandi oratori per soli, coro e orchestra. Dal punto di vista stilistico, la sua musica evidenzia un linguaggio altamente originale, in cui il senso del ritmo e l’ espressività della scrittura melodica si uniscono a un sapiente uso di tecniche raffinate nell’ armonia all’ interno di un quadro tonale allargato in cui spicca l’ uso esemplare delle possibilità sonore e musicali dei singoli strumenti, spesso abbinati in maniera inusuale per ottenere combinazioni timbriche di grande fascino. Tutto questo si ritrova pienamente nel Concerto per strumenti a fiato, con le parti solistiche in questa occasione eseguite in maniera davvero impeccabile dalle prime parti della Staatsorchester, sostenute in maniera pressochè perfetta dalla direzione di un Cornelius Meister attentissimo nella resa scrupolosa delle dinamiche.

Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Dopo la pausa, il trentanovenne direttore di Hannover ha guidato la Staatsorchester in una bellissima esecuzione del poema sinfonico Ein Heldenleben di Richard Strauss, partitura del 1898 dedicata a Willem Mengelberg e alla sua Concertgebouw Orchester. La lettura lucida, fervida e appassionata che ne ha dato Cornelius Meister era davvero di rilievo assoluto. Tutte le sottigliezze armoniche, di sapienza nella strumentazione e tutta la logica concettuale della scrittura di Richard Strauss sono state rese alla perfezione dal giovane Generalmusikdirektor, che ha ottenuto dall’ orchestra una prestazione di altissima qualità soprattutto per quanto riguarda la pasta sonora degli archi e il sontuoso splendore sinfonico della sonorità d’ insieme. Già dalla prima esposizione del Thema des Helden, affidata a corni e celli e seguita dal bellissimo motivo lirico in si minore esposto da archi e fiati, si è potuta apprezzare la magnifica tavolozza timbrica della Staatsorchester Stuttgart. Un suono pieno, timbrato, ricco di armonici e sfumature, con quella speciale qualità sonora che contraddistingue le orchestre tedesche di rango quando eseguono questa musica. Eccellente il gioco virtuosistico dei fiati nella seconda parte Des Helden Widersacher, in cui Meister ha trovato sonorità adeguatamente pungenti ed espressive, seguito dal bellissimo assolo di violino che inizia la terza parte, Des Helden Gefährtin, suonato in maniera davvero superba per qualità di suono e perfezione tecnica da Helena Graf, giovane violinista nativa di Frankfurt e divenuta nel 2014, a soli ventisei anni, Konzertmeisterin della Statsorchester Stuttgart. Magnifica la plasticità ed espressività di esposizione ottenute da Cornelius Meister nella quarta parte, ammirevole la lucidità espositiva con cui il giovane maestro ha messo in evidenza tutta la lunga e complessa struttura di citazioni dai precedenti poemi sinfonici straussiani che costituisce uno degli aspetti peculiari di questa partitura. Assolutamente da ricordare il trionfo di sonorità liquide e iridescenti della sezione conclusiva, con il solenne accordo finale che si distendeva come un autentico arcobaleno sonoro. Un’ esecuzione che non temeva il confronto con quelle dei grandi interpreti storici del brano, salutata da un vero trionfo di pubblico alla conclusione. Ripeto anche in chiusura di questo articolo che siamo di fronte a un direttore da seguire attentamente perché destinato a diventare uno dei protagonisti nella vita musicale dei prossimi anni. Nei suoi impegni alla Staatsoper Stuttgart per la prossima stagione Cornelius Meister dirigerà il primo concerto sinfonico, con un programma comprendente fra le altre cose la Quarta Sinfonia di Mahler, le nuove produzioni del Don Carlos di Verdi nella versione in cinque atti e in francese e del dittico formato da Cavalleria Rusticana e Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino, oltre a salire sul podio per riprese di Lohengrin, Tristan und Isolde, Die Zauberflöte ed Elektra. Insieme ad altri due programmi sinfonici e al Neujahrskonzert, il Generalmusikdirektor si esibirà anche come pianista in un Kammerkonzert e in una Liederabend. Se vi capita e potete, cercate di fare un salto qui a Stuttgart per ascoltare questo giovane musicista dal talento davvero fuori dal comune.

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