Staatsorchester Stuttgart – “Say sea, take me!”

Prova generale. Foto Staatsorchester Stuttgart/FB

Prova generale. Foto Staatsorchester Stuttgart/FB

Le tre orchestre sinfoniche stabili di Stuttgart proseguono a ritmo serrato la loro attività. Come grande appassionato di musica, non posso fare a meno di sottolineare l’ ampiezza e varietà delle proposte che questi complessi offrono al pubblico. Chi segue regolarmente i miei post può rendersi conto del fatto che la vita musicale di Stuttgart si distingue per la ricchezza di serate che spaziano lungo tutto l’ arco del repertorio classico, in un’ offerta che ben poche altre città della Germania sono in grado di assicurare. Per il secondo concerto sinfonico della Staatsorchester Stuttgart, Sylvain Cambreling ha presentato uno dei suoi consueti programmi impaginati con grande intelligenza e raffinatezza, questa volta sostanzialmente basato su musiche del Novecento dedicate al tema della natura. La scelta di inserire in questo contesto il Concerto in do maggiore per due pianoforti BWV 1060 di Bach, versione tastieristica del ricostruito Concerto per violino e oboe,  aveva una sua ragione logica se si pensa alla scansione ritmica così regolare della musica bachiana, che evoca irresistibilmente l’ immagine dell’ armonia fondamentale insita nell’ ordine degli elementi naturali. In relazione al contenuto di questo concerto, va anche sottolineato come il tema dell’ Adagio nel Concerto in do maggiore presenti significative analogie con il motivo esposto dal flauto solista che apre il Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy, autore scelto da Cambreling per aprire un programma che si concludeva con La Mer passando appunto per Bach e per Toru Takemitsu, autore spesso definito dalla critica come il Debusy giapponese, di cui abbiamo ascoltato Quotation of dream, partitura per due pianoforti e orchestra composta nel 1991 e ispirata da una poesia di Emily Dickinson dedicata al mare, il cui verso conclusivo recita: “Say sea – take me?”

Come ho avuto più volte occasione di scrivere in questi resoconti, i programmi sinfonici presentati da Sylvain Cambreling nel corso della sua attività come Generalmusikdirektor della Staatsoper Stuttgart si distinguono per la raffinatezza e l’ intelligenza dell’ impaginazione. Il maestro di Amiens possiede logicamente un’ affinità culturale e stilistica con la musica di Debussy e le interpretazioni dei due brani eseguiti in questa circostanza erano davvero molto notevoli per idiomaticità e naturalezza di fraseggio orchestrale. Il Debussy di Cambreling è naturalmente visto in un’ ottica concettuale che sottolinea al massimo i caratteri innovativi della scrittura orchestrale. Come nel caso delle letture di Pierre Boulez, anche Cambreling opta per sonorità lucide e taglienti, grande estremizzazione della dinamica e sottolineatura insistita delle asperità armoniche. Mi è piaciuta in modo particolare la resa angosciosa, squassante espressa tramite sonorità livide che Cambreling ha saputo ottenere nel terzo brano di La Mer, il Dialogue du vent et de la mer in cui la prescrizione animé et tumultueux segnata dall’ autore in partitura è stata resa con una sbalzatura drammatica di grandissima efficacia espressiva tramite tempi serrati e incalzanti. Molto bella anche l’ esecuzione del berno di Toru Takemitsu, in cui l’ autore ha inserito ripetute citazioni di motivi tratti da La Mer e che Cambreling ha reso con timbri orchestrali preziosi in un raffimatissimo caleidoscopio sonoro. Il GrauSchumacher Piano Duo formato da Andreas Grau e Götz Schumacher, due artisti che nel loro curriculum vantano una lunga serie di prime esecuzioni assolute loro affidate da alcuni tra i più illustri compositori della nostra epoca e numerose registrazioni che, anche nel repertorio classico, documentano la loro posizione di assoluto rilievo nel campo delle formazioni cameristiche, ha qui confermato l’ ottima prova fornita nel Concerto di Bach, suonato dai due pianisti con grande eleganza di fraseggio e trasparenza di tocco. Pienamente all’ altezza delle difficoltà esecutive la prestazione della Staatsorchester Stuttgart, che ha suonato con grande compattezza e precisione esibendo una qualità timbrica di livello ragguardevole soprattutto nei raffinati arabeschi sonori delle due partiture di Debussy. Successo meritatissimo per una proposta di livello culturale assai rilevante.