
Foto ©Klaus Rudolph
La stagione in abbonamento alla Liederhalle della Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR è arrivata agli appuntamenti conclusivi con gli ultimi programmi diretti da Stéphane Denève, che a luglio concluderà il suo mandato di Chefdirigent. A partire dal mese di settembre assisteremo al debutto della nuova SWR Symphonieorchester, nella quale confluiranno gli elementi delle due formazioni radiofoniche finora esistenti a Stuttgart e a Freiburg. Il prossimo direttore stabile verrá scelto dai musicisti del nuovo complesso dopo le prime riunioni comuni. Per il suo penultimo concerto alla guida della RSO des SWR, il direttore francese ha scelto un programma di autori russi introdotto dal brano conclusivo della rassegna dedicata a Detlev Glanert, che in questa stagione era Artist in Residence dell’ orchestra. Si trattava di Frenesie, poema sinfonico scritto dal compositore allievo di Hans Werner Henze come omaggio al centocinquantesimo anniversario della nascita di Richard Strauss su commissione della Concertgebouworkest, che lo ha eseguito per la prima volta ad Amsterdam il 23 gennaio 2014 sotto la direzione di Xian Zhang. Nelle intenzioni dell’ autore questa partitura dovrebbe essere una sorta di contraltare a Ein Heldenleben, concepita come una descrizione musicale della vitalitá e dell’ ansia nervosa tipiche dell’ uomo contemporaneo. A partire dai tritoni esposti dagli ottoni nelle battute introduttive, la musica si sviluppa in una serie di contrasti fra passaggi tempestosi e momenti di pausa caratterizzati da cellule motiviche elementari, quasi richiami allo stile dell’ Arte Povera. La composizione è gradevole all’ ascolto e si prestava molto bene a mettere in evidenza le qualità virtuosistiche della RSO des SWR, condotta da Denève in maniera energica e passionale.
Per l’ ultima esibizione solistica della stagione è stato invitato Frank Peter Zimmermann, il cinquantunenne violinista di Duisburg che qui a Stuttgart si è esibito spesso e gode di grande popolarità. Era anche una bella occasione per ascoltare l’ artista con il suo nuovo strumento. Zimmermann infatti ha dovuto recentemente rinunciare al suo Stradivari “Lady Inchiquine” del 1711 di proprietà della Westdeutsche Landesbank, con il quale si esibiva da dodici anni. In seguito al fallimento dell’ istituto di credito, il violinista si era offerto di acquistare lui stesso lo strumento ma i curatori fallimentari hanno ritenuto la sua offerta insufficiente. La situazione è stata risolta dall’ intervento di un miliardario cinese che, tramite la sua fondazione, ha concesso in prestito a Zimmermann lo Stradivari “Général Dupont” che in passato era in possesso del leggendario Arthur Grumiaux. Come ha dichiarato in diverse interviste alla stampa tedesca, Zimmermann ha provato per questo favoloso violino una sorta di amore a prima vista, chiaramente percepibile in questa sua esibizione alla Liederhalle dall’ entusiasmo e dalla foga con cui il virtuoso di Duisburg ha affrontato il Concerto per violino di Tschaikowsky. Un’ esecuzione altamente spettacolare, con tutti i passaggi acrobatici caricati al massimo quasi come se l’ artista volesse saggiare fino in fondo tutte le possibilità sonore dello strumento. Non era proprio l’ interpretazione che io mi porterei su un’ isola deserta perché, a mio modo di vedere, il Concerto di Tschaikowsky va risolto in maniera meno frenetica e con più attenzione allo sviluppo delle linee melodiche, soprattutto nel primo movimento e nella Canzonetta. In ogni caso la superba tecnica virtuosistica di Zimmermann, davvero entusiasmante per il piglio aggressivo e la perfezione assoluta delle agilità virtuosistiche, unita alla splendida qualità sonora del suo nuovo strumento, sostenute in modo eccellente dalla direzione di Denève, hanno entusiasmato il pubblico della Liederhalle che ha decretato un vero e proprio trionfo al virtuoso tedesco. Come fuori programma Zimmermann ha suonato una trascrizione violinistica del Preludio op.32 N° 5 di Rachmaninov.
Nella seconda parte della serata Stéphane Denève ha diretto una selezione dalle tre Suites orchestrali del balletto Romeo und Julia di Prokofiev. Un’ esecuzione molto pregevole, nella quale il maestro francese ha sfruttato a fondo le qualità virtuosistiche dell’ orchestra per scatenare una vera e propria fantasmagoria di colori cangianti e sonorità raffinate. È stata un’ ulteriore dimostrazione del talento interpretativo messo in mostra da Denève nei suoi cinque anni di lavoro come Chefdirigent della RSO des SWR, che l’ artista concluderà nel mese di luglio con un programma dedicato all’ esecuzione integrale della Sinfonia drammatica “Roméo et Juliette” di Berlioz. Decisamente, le qualità direttoriali di Denève saranno rimpiante a lungo dal pubblico di Stuttgart.
Grazie per l’informazione. Il violino di Grumiaux è uno strumento magnifico (a mio parere, il migliore pervenutoci). Non sorprende che sia finito ai cinesi. Sorprende che fosse disponibile.
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Il violino è stato messo a disposizione di Zimmermann dalla figlia del mecenate cinese dopo che lei lo aveva ascoltato in un concerto. In questa serata l’ artista tedesco ha suonato con una carica spettacolare tale da far pensare che volesse saggiare tutte le possibilitá dello strumento. Quasi come una persona che si è appena comprata una Ferrari e si diverte a spingerla al massimo in autostrada
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Aggiornamento. Christina Kampmann, il Ministro della Cultura del Nordrhein-Westfalen, ha annunciato che il Land ha acquisito i beni artistici giá di proprietà della Westdeusche Landesbank come patrimonio culturale inalienabile. Della collezione fa parte anche lo Stradivari “Lady Inchiquine” che, sempre secondo la dichiarazione del ministro, sarà nuovamente messo a disposizione del Maestro Zimmermann.
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La comunità musicale pratica una distribuzione degli strumenti che è un esempio di virtù. Forse il caso più bello è quello della Juilliard School, che dispone di moltissimi strumenti di alto valore, e consente che i suoi studenti ci si possano cimentare. Aggiungo, cosa che sarà capitata anche a te, che ascoltare un concerto del Juilliard String Quartet, al di là della fatale successione nel tempo degli artisti, è di per sé un’esperienza
sonora, per l’eccellenza degli strumenti.
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Credo però che ci sia stato un equivoco. Lo Stradivari di Grumiaux è il General Dupont, ed è questo strumento che è stato prestato dai cinesi a Zimmermann durante il periodo del fallimento della banca. Zimmermann suonava il Lady Inchiquine da molto tempo, e adesso ha potuto riaverlo. Per quel poco che possono valere, i miei apprezzamenti vanno al General Dupont.
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Secondo la mia personalissima opinione, il miglior Stradivari che io abbia mai sentito è il Gibson attualmente in possesso di Joshua Bell. Il Genéral Dupont è quasi di pari livello, anche se è chiaro che stiamo parlando di sfumature
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